Quello che vediamo oggi è solo un frammento di quello che questa riserva naturale, situata nel territorio di Vernole in provincia di Lecce, ha da offrirci. La storia narra di un passato frastagliato, un pò come quello delle sue coste. La storia mostra, attraverso immagini e testimonianze verbali, che nonostante Le Cesine sia un luogo di quiete, attraverso i suoi rumori naturali racconta, da sempre, storie meravigliose a chi sceglie di calcare il suo suolo.
Prima del 1971 la Riserva Naturale Le Cesine non era considerata una zona d‘interesse internazionale. Il suo panorama selvaggio partiva da Brindisi e arrivava sino ad Otranto per poi scoppiare in un connubio idilliaco tra terra e mare attraversando il centro abitato di Vernole. La zona era molto più vasta di quella che possiamo osservare. In quel periodo, l’uomo non accarezzava il suo suolo, lo calpestava cercando di trarne beneficio. Era, come oggi, una zona paludosa, pertanto umida e difficilmente edificabile. Non era possibile sfruttare il territorio a causa della presenza delle zanzare che, costantemente attratte dall’umidità, rendevano il suolo malsano. Nessuno poteva viverci né tanto meno coltivare. Ogni frammento di quel paradiso fu, quindi, abbandonato a se stesso, fino a quando, verso la fine dell’ottocento, iniziarono i lavori di bonifica.
Alla Puglia furono affidati circa 350 ettari di terreno, il resto, di circa 300 ettari, fu affidato ad altri collaboratori della bonifica. Da allora, sino agli anni 70, queste aree furono concesse ad un’associazione di cacciatori che senza preoccuparsi dell’equilibrio naturale delle cose, dimezzò la fauna della riserva. Solo nel 1980, dopo lotte e campagne di sensibilizzazione, soprattutto da parte del WWF, Le Cesine furono riconosciute come riserva naturale dello stato.
Ed eccoli oggi, quei 380 ettari che ci accolgono nel loro incolto splendore. E’ rimasto questo della vasta zona boscosa e paludosa di un tempo. 380 ettari sono moltissimi se non si è a conoscenza del resto della storia, una storia che ha visto sparire un pezzo d’identità di un territorio che attraverso flora e fauna esprime ogni dettaglio della sua bellezza. E’ un respiro di liberazione misto a cordoglio quello che ci accoglie su queste coste. E’ un habitat complesso capace di ospitare alberi, fiori e animali molto diversi tra loro. Forse, è proprio la biodiversità a rendere unico questo posto, nel suo genere s’intende.
Alla superficie boscosa delle Cesine, caratterizzata da pinete di Cipressi, Pini e Querce, si aggiunge la sinuosità della macchia mediterranea rappresentata da vegetazione bassa.
La palude è senza dubbio l’elemento che più contraddistingue l’area. La zona, infatti, è ricchissima di macchie d’acqua dolce che riempiono gli spazi donando un respiro diverso all’ambiente. La vegetazione è ricchissima: il canneto a cannuccia di palude, per esempio, da l’impressione di essere in un luogo senza tempo, le orchidee, arricchiscono ulteriormente il territorio rendendolo colorato e suggestivo soprattutto nel periodo primaverile. Di rilevante importanza è, inoltre, la presenza della laguna costiera, vegetazione sommersa che dona al territorio un alone di mistero.
Ogni frammento di questi ettari coinvolge e stravolge i sensi attraverso habitat ricchi e vari, colmi di rarità che solo luoghi come questi possono offrire. Luoghi che spesso l’uomo calpesta precedendo i propri interessi, dimenticando di essere un assassino a piede libero che rischia di distruggere tracce rilevanti dell’identità di una regione. Quello che la riserva ha da offrire ad ogni cittadino del mondo è il racconto di un patrimonio che è necessario tutelare. Il passato parla alle generazioni future attraverso gli abitanti di questo luogo. A noi, viaggiatori spesso distratti dalle esigenze che questo tempo ha da offrire, resta il compito di respirare frammenti di storia e continuare a salvaguardarne l’essenza.
Articolo scritto da "Francesca Emilio".
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Provincia/Paese
Vernole, Lecce
Il posizionamento della mappa potrebbe non essere esatta
Riserva Naturale "Le Cesine"
Quello che vediamo oggi è solo un frammento di quello che questa riserva naturale, situata nel territorio di Vernole in provincia di Lecce, ha da offrirci. La storia narra di un passato frastagliato, un pò come quello delle sue coste. La storia mostra, attraverso immagini e testimonianze verbali, che nonostante Le Cesine sia un luogo di quiete, attraverso i suoi rumori naturali racconta, da sempre, storie meravigliose a chi sceglie di calcare il suo suolo.
Prima del 1971 la Riserva Naturale Le Cesine non era considerata una zona d‘interesse internazionale. Il suo panorama selvaggio partiva da Brindisi e arrivava sino ad Otranto per poi scoppiare in un connubio idilliaco tra terra e mare attraversando il centro abitato di Vernole. La zona era molto più vasta di quella che possiamo osservare. In quel periodo, l’uomo non accarezzava il suo suolo, lo calpestava cercando di trarne beneficio. Era, come oggi, una zona paludosa, pertanto umida e difficilmente edificabile. Non era possibile sfruttare il territorio a causa della presenza delle zanzare che, costantemente attratte dall’umidità, rendevano il suolo malsano. Nessuno poteva viverci né tanto meno coltivare. Ogni frammento di quel paradiso fu, quindi, abbandonato a se stesso, fino a quando, verso la fine dell’ottocento, iniziarono i lavori di bonifica.
Alla Puglia furono affidati circa 350 ettari di terreno, il resto, di circa 300 ettari, fu affidato ad altri collaboratori della bonifica. Da allora, sino agli anni 70, queste aree furono concesse ad un’associazione di cacciatori che senza preoccuparsi dell’equilibrio naturale delle cose, dimezzò la fauna della riserva. Solo nel 1980, dopo lotte e campagne di sensibilizzazione, soprattutto da parte del WWF, Le Cesine furono riconosciute come riserva naturale dello stato.
Ed eccoli oggi, quei 380 ettari che ci accolgono nel loro incolto splendore. E’ rimasto questo della vasta zona boscosa e paludosa di un tempo. 380 ettari sono moltissimi se non si è a conoscenza del resto della storia, una storia che ha visto sparire un pezzo d’identità di un territorio che attraverso flora e fauna esprime ogni dettaglio della sua bellezza. E’ un respiro di liberazione misto a cordoglio quello che ci accoglie su queste coste. E’ un habitat complesso capace di ospitare alberi, fiori e animali molto diversi tra loro. Forse, è proprio la biodiversità a rendere unico questo posto, nel suo genere s’intende.
Alla superficie boscosa delle Cesine, caratterizzata da pinete di Cipressi, Pini e Querce, si aggiunge la sinuosità della macchia mediterranea rappresentata da vegetazione bassa.
La palude è senza dubbio l’elemento che più contraddistingue l’area. La zona, infatti, è ricchissima di macchie d’acqua dolce che riempiono gli spazi donando un respiro diverso all’ambiente. La vegetazione è ricchissima: il canneto a cannuccia di palude, per esempio, da l’impressione di essere in un luogo senza tempo, le orchidee, arricchiscono ulteriormente il territorio rendendolo colorato e suggestivo soprattutto nel periodo primaverile. Di rilevante importanza è, inoltre, la presenza della laguna costiera, vegetazione sommersa che dona al territorio un alone di mistero.
Ogni frammento di questi ettari coinvolge e stravolge i sensi attraverso habitat ricchi e vari, colmi di rarità che solo luoghi come questi possono offrire. Luoghi che spesso l’uomo calpesta precedendo i propri interessi, dimenticando di essere un assassino a piede libero che rischia di distruggere tracce rilevanti dell’identità di una regione. Quello che la riserva ha da offrire ad ogni cittadino del mondo è il racconto di un patrimonio che è necessario tutelare. Il passato parla alle generazioni future attraverso gli abitanti di questo luogo. A noi, viaggiatori spesso distratti dalle esigenze che questo tempo ha da offrire, resta il compito di respirare frammenti di storia e continuare a salvaguardarne l’essenza.
Articolo scritto da "Francesca Emilio".
Provincia/Paese